- Ma che cazzo di orologio ti sei comprato?
- Perché, che ha?
- E’ da gay!
- Al massimo è da donna…
- No, no, è proprio gay, GHEI!
- Vabbeh, lo volevo minimal, col quadrante essenziale e non troppo voluminoso… ognuno.
Nella millenaria tradizione dell’hâbit fait le moine, spesso si cade nell’ovvio. Raramente si riesce ad andare oltre. Ciò che comunemente sfugge ai più, è che nell’opinabilità d’ogni esternazione, oltre il giudizio bisognerebbe carpire la motivazione. L’essenziale è invisibile agli occhi… del superficiale. Tanto è vero che con pochi e chiari esempi (carpibili da chiunque abbia un minimo, ma proprio un minimo di intelletto) sono certo di poter simulare un percorso logico atto all’assimilazione del concetto di apparenze/motivazioni.
- C’ha l’orologio da femmina.
E’ricchione o ha un gusto sopra le righe.
- C’ha un macchinone nero da 87.000 che non finisce mai.
Ha un pisello molto, ma molto grosso o ce l’ha molto, molto piccolo.
- Si tira da paura ed è pure acida?
Aspetta il pollo all’altezza o spera che la valutino meglio di quello che è.
Nella genericità dei casi, io eviterei di dare giudizi. In ogni occasione è sempre sintomo di buon gusto evitare commenti facili; in ogni caso è sempre bene farsi un'opinione.
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