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gothic stone
 Gatto [ 07/11/2005 @ 00:01:25, in sezione caro diario,  225 click]
Picnic al cimitero inglese.
Cosa c’è di bello? Mi chiede.
E io non so rispondere.
E’ un posto d’atmosfera.
Ci sono le lapidi, il cielo, l’erba, è un posto incantato, è un luogo irreale creato anche solo da suggestioni. Il mio non è misticismo, ma il cimitero per quanto costrutto di terra e roccia, è un luogo incantato al confine fra vita e morte. E una terra franca a limite fra il duttile e l’effimero, è un luogo dove sogni e incubi s’annullano, è un cimitero.
Sotto non ci stanno i vivi, sopra non importa.
Ed io, e quei quattro fessacchiotti che la pensano come me, forse percepiamo l’essenza di quel luogo e ne siamo attratti, bramiamo la pace, la solennità estrema, il silenzio sepolcrale che rimbomba come un inno alla solitudine. Un eremo per silenzi aulici, un tempio consacrato alla tristezza. Un campo di fiori già colti.
Poi, lo stesso giorno la domanda: cosa ti mette tristezza?
Per me spesso tristezza è sinonimo di dolcezza, e viceversa.
Ed il cimitero inglese risplende per la sua grazia. Ed è l’apoteosi della tristezza, è il luogo più dolce che mi venga in mente, e mi scopro labile come quelle dark che adoro tanto sfottere.
Ma adesso almeno capisco perché vado a cercarle per prenderle in giro. Mi attira quella luce fioca e tremolante, mi attira quel pessimismo raffinato, mi attira la loro dolcezza. Allora abbozzo un sorriso e dico: andiamo a fare un picnic al cimitero inglese?