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I fratelli Grimm e l'incantevole strega
 Gatto [ 11/12/2005 @ 13:31:54, in sezione recensisco ergo sum,  114 click]


La pellicola di per se rappresenta un piccolo capolavoro del genere.
Ignorato dalla critica e disertato dal pubblico, per quanto gradevole non eccelle, o almeno per quanto originale, sfoggia clichè che deliziano ma non catturano, non saziano.
Lupi mannari, cacciatori, bimbe dal cappuccetto rosso, raperonzoli, biscottini parlanti, belle addormentate, mostri di melma, alberi incantati, corvi stregati, spade danzanti, tutti squisitamente in tono, deliziosamente coerenti con la trama e perfettamente legati al filo narrativo e al periodo storico rappresentato. Cosa c’è che non va allora? Forse Matt Damon e Heath Ledger non trasmettono credibilità? La meravigliosa Monica nazionale non trasmette spessore al personaggio?
Allora cosa c’è che non va?
Assolutamente nulla, semplicemente il pubblico non capisce un cazzo, non ha un minimo di sensibilità e soprattutto non è mai riuscito a seguire le visioni di Terry Gilliam, regista eclettico e poeta d’avanguardia. Già, perché stiamo parlando del Gilliam del delirante Paura e delirio a Las Vegas, dell’onirico esercito delle dodici scimmie e dell’incommensurabile Brazil, uno dei più bei film che abbia mai visto. Quindi, se non vi piace quest’ennesima opera -per quanto leggera e priva di pretese-, non è il film che non va, siete voi che non capite un cazzo.
Leggero, maturo e piacevole.