Libri rilegati in pelle umana: il discorso etico riaffiora
Probabilmente ne esistono molti di più di quanto si supponga. Stiamo parlando di libri, ma con una caratteristica decisamente non comune: la loro rilegatura è infatti realizzata con pelle umana. La polemica è scoppiata negli ultimi giorni in seguito alla denuncia effettuata dall’agenzia Associated Press riguardo al ritrovamento nella Brown University di Providence, nello stato di Rhode Island, di un volume d’anatomia scritto nel 1568 dal chirurgo belga Andreas Vesalius, rigorosamente in pelle d’uomo. Sempre la stessa biblioteca ospita ben due copie della novella morale medievale The Dance of Death, la cui veste esterna è anch’essa realizzata in “verissima pelle”. In particolare in quest’ultimo testo è presente la nota di un rilegatore londinese che nel 1893 informa il suo committente di non avere a disposizione sufficiente “materia prima” per la rilegatura e suggerisce di ricorrere a una giuntura in pelle d’animale.
Sempre secondo l’Associated Press altre prestigiose biblioteche americane conservano esemplari di così “rara e pregevole fattura”: quella di Harvard possiede un manuale per avvocati spagnoli del 1605 acquistato da un antiquario anni prima per poche manciate di dollari. A Philadelphia, il College of Physiacians vanta tra le sue collezioni le opere del dottor John Stockton, passato alla storia della città come colui che diagnosticò il primo caso di trichinosi sul luogo. Per onorare un suo paziente, oramai deceduto, il gentil dottore rilegò con la sua pelle i tre volumi dedicati alle proprie scoperte. Tra i “manufatti umani” della Public Library di Cleveland spicca invece un corano interamente rilegato con la pelle del suo proprietario, un leader tribale arabo. Ovviamente la portata della notizia ha determinato numerose polemiche riguardo l’eticità. La barbara usanza non era poi così insolita tra il XVI e il XIX secolo sostengono alcuni storici. Durante questo periodo infatti le principali biblioteche erano nelle mani di facoltosi collezionisti che potevano permettersi questo tipo di eccentricità. La pratica era diffusa non solo tra ricchi bibliofili, ma anche tra i medici: i primi venivano in possesso dei cadaveri di persone povere o condannati a morte, i secondi potevano acquistarli direttamente dalle loro scuole di medicina.
Secondo alcuni, come Laura Hartman della National Library of Medicine del Maryland, “in molti casi i medici volevano onorare i loro pazienti con questa prassi”, dunque i libri di medicina costituivano un omaggio ai cadaveri utilizzati nelle scuole. Altri come Paul Wolpe, docente di bioetica all’Università della Pennsylvania, cercano di storicizzare la questione affermando che “la storia dà una certa distanza da questi artefatti. Questi non sono libri rilegati da nazisti. Se così fosse il giudizio sarebbe ben differente”. Comunque sia, questi libri sono accessibili solo agli accademici, il pubblico ne è escluso e varrebbe quantomeno la pena chiedersi le motivazioni.
tratto da www.sapere.it -
a firma di Ylenia Grattoni
# 1
ppprrrrrrrrrrrrrrrrrrrrr
Maxx
[inviato il 01/03/2006 @ 21:20:28)
# 2
a maxx puzza il fiorellino!
tuopadreGatto
[inviato il 01/03/2006 @ 21:48:36)
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