di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Etnapolis - Mediaworld, ore 19 circa
- Daphne!?
- Cristian!
- Quanto tempo!
- Anni, almeno quindici!
- Non esageriamo, saranno... dieci!
[...]
- Quanto tempo...
- Che strano, sei sempre identica. Uguale.
- Anche tu. Lui è Alessandro, il mio ragazzo; Vedi Ale, eravamo 3 amici, Io Lui e Manu eravamo inseparabile, stavamo sempre insieme, giorno e notte. Ti ricordi Cri, stavamo sempre nella tua cabina o a casa di Manu, o sulla tua macchina in giro a fare l'alba.
- Sì, me lo ricordo... quanto tempo... la mia vecchia prisma, sigh.
- Mi ricordo una volta mi hai fatto regalare un mazzo di fiori da Angelo, te lo ricordi Angelo, era impacciatissimo ed io di più e tu allora hai comprato un mazzo di fiori e mel’hai fatto regalare da lui.
- Non me lo ricordo...
- Sì, dopo tanto tempo poi Angelo m'ha confessato che eri stato tu, è stato il primo mazzo di fiori della mia vita, avevo 16 anni. Tu ora quanti ne hai? Dieci anni fa.. trentatre.
- Non me lo ricordo...
- Ale, io ero timidissima e lui mi proteggeva sempre; te la ricordi Berna?
- No, non me la ricordo.
- Dai, era un'arpia antipatica e la rimproveravi e una volta l’hai buttata fuori dalla cabina e le hai detto di non tornare più.
- No, non me lo ricordo.
- A quando ero triste mi confidavo con te, mi confidavo sempre con te...
- Non mi ricordo neppure questo. Quanto tempo...
La mia domanda la sorprese.
...ma tu hai sempre odiato queste cose! - mi disse. Sì, è vero - risposi.
ma a fare solo cose tristi, pare si diventi tristi - conclusi.
Non so dire se capii davvero cosa intendessi; si accese una sigaretta, si voltò dall'altra parte e restò a fissare il cielo per tutto il tempo.
A me bastò, non le chiesi più niente, per quello che mi riguardava non era affatto nulla di triste.
La malinconia è anche solo una questione di stati d'animo, e credo che in quel momento avrebbe conservato quel sorrisetto disteso anche su boeing in picchiata. Probabilmente le avevo regalato un opportunità inaspettata.
Pare faccia comodo un asso nella manica ogni tanto, anche solo per prudenza, una pistola da tenere sotto il cuscino.
Ti capita che vuoi smettere di fare qualcosa e non ci riesci. Cioè, non è che capita, stai lì, ci rifletti due minuti e magari ti accorgi che c'è qualcosa che non va; allora cerchi di ovviare come meglio credi.
E a me è capitato così. Avevo letto qualcosa in proposito, vabbeh, non che creda d'essere a quei livelli, capiamoci, solo che un giorno mi è venuto lo sghiribizzo di vivere e mi sono accorto che non lo sapevo fare più. Un giorno ho avuto la felice idea di andare fare tutto il resto, e non mi ricordavo più come funzionava. Certo, è anche giusto un tantinello complicato andare a vivere quando non c'hai nessuno attorno abituato a farlo; e li magari ti rendi pure conto che tutte le persone che c'hai attorno hanno bene o male lo stesso problema. No, peggio, perchè non se ne rendono neppure conto. Per loro va bene così.
Cyberdipendenti.
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